DeepSeek è la nuova chatbot di IA firmata dai cinesi: questo strumento potentissimo è finito nel mirino per via di una problematica riguardante la protezione dei dati personali.
Nell’ultimo periodo il tema dell’intelligenza artificiale è all’ordine del giorno con l’avvento di strumenti sempre più avanzati che si stanno diffondendo come non mai. Si tratta di un settore in continua evoluzione, dal quale vedono la luce novità sempre incredibili.

Se il dibattito è stato acceso negli ultimi mesi sullo strumento di Chat Gpt, sviluppato da Open AI, il focus si è ora spostato su DeepSeek, nuovo modello di chat boat sviluppato in Cina. All’avanguardia e super performante, questa novità cela tuttavia una problematica riguardante la privacy delle proprie chat.
DeepSeek, la nuova intelligenza artificiale cinese ultraperformante: in cosa consiste
Sono giorni in cui non si parla d’altro che di DeepSeek. Questo strumento ha fatto tremare il mondo della Silicon Valley, confinando Open AI in un angolo e accedendo la competizione tra Usa e Cina in fatto di tech.

DeepSeek funziona come Chat Gpt, ma è più immediato e costa molto meno, costringendo Open AI a dover rivedere il suo business. Si tratta di un assistente AI progettato da una start-up cinese, totalmente gratuito, potendo essere usato nelle sue funzionalità più avanzate senza dover sottoscrivere un abbonamento. Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e di Beijing DeepSeek Artificial Intelligence sono le società cinesi che lo gestiscono.
Molto performante e pure economica, questa novità in pochi giorni rientra già tra le app più scaricate negli Usa e sta spopolando in moltissimi paesi, Italia compresa.
DeepSeek e i problemi legati alla protezione dei dati
È un momento d’oro per DeepSeeke, che sta schiacciando Chatgpt con il suo modello R1, capace di conquistare gli utenti di tutto il mondo con le sue funzionalità avanzate. Seppur qualitativamente impressionante, tuttavia quando si ricorre a questo strumento è importante prestare molta attenzione: infatti, è emerso come alcune conversazioni non sono rimaste private. A confermarlo è il The Hacker News, spiegando come uno dei database online di DeepSeeke sia stato esposto: i programmatori si sono subito adoperati per risolvere la situazione, mettendo in campo tutte le misure necessarie. Malgrado siano intervenuti lo scorso 19 gennaio, comunque la questione non si è ancora risolta del tutto.

A fronte di questa situazione sono emerse preoccupazioni in merito alle politiche sulla privacy dell’assistente di intelligenza artificiale cinese, tenendo conto che la piattaforma raccoglie dati preziosissimi, come e-mail, indirizzi ip e chat. Essendo un’app cinese, la società per legge deve condividere i dati con il governo, motivo per il quale negli Usa è emersa l’intenzione di bloccare TikTok, cosa che non è stata fatta ancora per il volere di Trump.
Per ora la situazione di DeepSeek e della gestione dei dati personali è ancora incerta: proprio per questo, se si usa, è importante farlo con consapevolezza, evitando di condividere informazioni sensibili. Intanto, in questi giorni in Italia il Garante per la protezione dei dati personali ha sancito la limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti delle società cinesi che forniscono il servizio di chatbot.